Il condominio solidale rientra perfettamente all’interno del concetto di coabitazione solidale o di cohousing.
Con il termine cohousing (che in italiano può essere tradotto con coresidenza) ci si riferisce ad un insieme di alloggi privati che hanno in più anche degli spazi comuni.
Questi spazi, che possono essere al chiuso o all’aperto, vengono usati collettivamente: tra questi cucine, lavanderie, spazi polifunzionali, spazi per bambini, palestre, piscine, biblioteche e molte altre tipologie che possono essere sfruttate da chi abita il cohousing. Oltre agli spazi comuni un’altra particolarità è la presenza di servizi condivisi, come la portineria, i laboratori, le foresterie e molto altro.
lChe cos’è un cohousing
Il condominio solidale è una specie di condominio formato da gruppi di vicini che partecipano ad uno stesso progetto.
Ciascuno di questi partecipanti ha una singola abitazione, ma condivide con gli altri spazi, valori e tempi.
Una cohousing si fonda sull’organizzazione tramite tante abitazioni private che hanno i servizi essenziali e poi sull’aggiunta di spazi comuni sia all’interno che all’esterno, che vengono utilizzati da tutti.
Quindi possono essere delle sale per mangiare tutti insieme, per organizzare dei laboratori oppure degli angoli per bambini, degli orti o lo spazio per la lavanderia.
lCome funziona
Oggi sempre più ci possiamo accorgere che è difficile trovare una rete sociale solidale.
Spesso le famiglie e le singole persone sono impegnate in una gestione dei ritmi quotidiani molto frenetici ed hanno poco tempo da dedicare anche agli altri.
Proprio questo problema della gestione dei tempi ci fa vedere come ci sia una questione da affrontare anche nella gestione delle relazioni umane.
Invece il progetto di condivisione attraverso il cohousing vuole promuovere lo spirito di cooperazione fra le persone che abitano insieme condividendo spazi.
In questo modo è più facile trovare delle occasioni per gestire le difficoltà e per trovare insieme delle soluzioni che si rivelino efficaci.
All’interno del condominio solidale ci può essere la figura del facilitatore, molto importante per gestire eventuali rivalità e opposizioni e per incoraggiare i più timidi.
A livello pratico il facilitatore ha il compito importante di essere un punto di riferimento sicuro e neutrale.
Vivere in cohousing significa rispondere alle esigenze che nascono spesso da un bisogno sociale.
Queste esperienze non sono molto diffuse in Italia, ma nascono soprattutto in Scandinavia e poi si sono diffuse presto in quasi tutti i Paesi del Nord Europa.
In Italia però ultimamente si stanno sviluppando dei veri e propri villaggi cohousing.
Vivendo nel condominio solidale, abbiamo l’occasione di ridurre lo stress, di dividerci tra lavoro, famiglia e impegni di diverso genere.
lQuali sono gli obiettivi del cohousing
Vediamo quali sono gli obiettivi fondamentali su cui si basa il cohousing
Possiamo identificare questi obiettivi come le regole principali su cui si basa il cohousing.
Innanzitutto abbiamo a che fare con un progetto partecipato, perché la scelta dei servizi e degli spazi da condividere passa fin dall’inizio dalle azioni e dalle decisioni dei futuri abitanti del condominio solidale.
I futuri abitanti possono scegliere anche il vicinato, aggregandosi, promuovendo la coabitazione.
Il fatto stesso di gestire in sé un progetto è un modo per essere accomunati.
I villaggi di cohousing sono amministrati direttamente dagli abitanti.
Spetta a loro infatti il compito della gestione e della manutenzione degli spazi comuni.
Le comunità che vivono all’interno del condominio solidale non sono divise da principi ideologici, religiosi o sociali, perché semplicemente questi non vengono fatti prevalere.
I vari ruoli e le varie responsabilità si definiscono come suddivisione di compiti fra pari, perché non esiste una gerarchia.
Il cohousing mette a disposizione degli ambienti sicuri, collaborativi, che sono adatti anche ai bambini e agli anziani.
Fa leva sul rispetto degli spazi, della privacy, perché comunque ci sono delle abitazioni private all’interno delle quali ciascuno può trovare un modo per coniugare la vita privata con quella comunitaria.
Quella del cohousing è insomma una struttura che pensa alla socialità e alla solidarietà, facilitando i rapporti di amicizia e di vicinato.
Anche le scelte architettoniche e di design sono ben precise, perché rispondono all’esigenza di rafforzare il senso di appartenenza ad un gruppo.
lVantaggi
Perché si sceglie di vivere in un condominio solidale?
Le ragioni possono essere tante, soprattutto considerando i vantaggi che queste strutture riescono ad apportare. Costi: sebbene il cohousing non coincida necessariamente con il social housing, presenta comunque dei vantaggi economici. I costi relativi all’abitazione nei progetti di Homers, ad esempio, sono mediamente inferiori del 10% rispetto ai prezzi di mercato. Risparmio energetico: il risparmio energetico dipende chiaramente dagli spazi che si vanno a condividere e quindi può variare a seconda del progetto di cohousing. Si stima un risparmio medio intorno al 15%. Bisogna, però, tenere presente che i costi legati all’installazione e alla manutenzione di fonti di energia rinnovabili – quali ad esempio i pannelli solari – possono essere condivisi fra i vari cohousers, aumentando di molto il risparmio economico sulle spese sostenute. Socialità: è ormai noto che la società stia affrontando delle nuove dinamiche di frammentazione che si riflettono in situazioni di forte solitudine : si pensi solo al crescente numero di famiglie mononucleari.
Per rispondere a questa contingenza, il cohousing si pone come una possibile soluzione, creando nuove forme di socialità e di vicinato attivo. Design: i progetti di cohousing di Homers, vengono sviluppati su misura, basandosi sulle specifiche richieste ed esigenze dei cohousers che si confrontano direttamente con designer e architetti per il loro sviluppo. Si tratta quindi di un processo chiamato progettazione partecipata. Professionalità: i progetti vengono seguiti da professionisti ed esperti del settore quali architetti, esperti immobiliari e community manager che, durante le varie fasi, dialogano con i futuri occupanti per gestire al meglio le varie esigenze e creare una struttura di successo e che sia in linea con le loro necessità. Spesso può esserci anche una figura di mediatore che serve per far dialogare meglio le parti. Appartenenza ad una comunità: condividere gli spazi comuni e il design degli stessi, facilita molto il senso di appartenenza da parte degli abitanti ad una vera e propria comunità. Questo si riflette poi nella possibile collaborazione nello svolgimento delle attività quotidiane, oltre che nella gestione condivisa degli spazi comuni.
Spesso si sente parlare di alloggi sociali, ma di che cosa si tratta esattamente?
In generale possiamo dire che le forme di compartecipazione sociale, anche e soprattutto quelle che vogliono risolvere il problema dell’emergenza abitativa, sono sempre più diffuse.
Si tratta a tutti gli effetti di forme di responsabilità civile che, una volta messe in atto, danno la possibilità di contribuire in maniera sostanziale e significativa ad aiutare quelle famiglie in difficoltà dal punto di vista delle risorse immobiliari.
Ma il problema è molto più ampio di quanto si possa pensare, perché ci sono dei risvolti lavorativi e sociali importanti, con benefici che ne possono derivare per tutta la comunità.
Cerchiamo di capire come funzionano gli alloggi sociali.
Cosa sono gli alloggi sociali
Partiamo in questo senso dalla definizione che ne dà il decreto del Ministero delle Infrastrutture dell’aprile del 2008.
Secondo questo documento, l’alloggio sociale è un’unità immobiliare che viene utilizzata ad uso residenziale in locazione permanente.
La caratteristica peculiare dell’alloggio sociale è quella di intervenire nella salvaguardia della coesione e di ridurre il disagio abitativo di famiglie svantaggiate, che, altrimenti, senza gli alloggi sociali, non potrebbero accedere alla locazione rivolgendosi agli alloggi che rientrano nel libero mercato.
Secondo la definizione del decreto del Ministero delle Infrastrutture che abbiamo citato, gli alloggi sociali devono essere adeguati, salubri, sicuri e recuperati o costruiti nel rispetto delle caratteristiche indicate dalle norme anche a livello tecnico e costruttivo.
Gli alloggi sociali devono obbedire a principi di sostenibilità ambientale e di risparmio energetico, utilizzando, nei casi in cui è possibile, anche fonti energetiche alternative.
L’Housing Sociale come nuova possibilità
Facendo riferimento all’affitto sociale, non possiamo non tenere in considerazione quali sono le caratteristiche specifiche dell’housing sociale.
Si tratta di una modalità di intervento nell’ambito della quale gli aspetti immobiliari vengono progettati e realizzati in funzione dei contenuti sociali che vogliono esprimere.
Il principio fondamentale è quello di dare la possibilità alle famiglie di accedere ad una casa dignitosa, in un settore specifico in cui si fa molta attenzione alla qualità dell’abitare.
L’alloggio sociale può essere considerato a tutti gli effetti un servizio di interesse economico generale, che costituisce uno standard urbanistico di alta qualità, anche secondo le modalità che sono stabilite dalle normative regionali.
Quindi ribadiamo quei concetti che già abbiamo enumerato precedentemente come fondamentali per interventi volti alla risoluzione dell’emergenza abitative, dell’efficienza energetica, del supporto alla costruzione di una comunità di abitanti e della presenza di spazi condivisi, in modo da favorire la socializzazione e l’integrazione sociale.
Differenza tra alloggio sociale e casa popolare
Qual è la differenza tra alloggio sociale e casa popolare?
Cerchiamo di spiegare anche questi concetti, in modo da essere più consapevoli sul valore degli alloggi sociali.
Il social housing non va confuso con i progetti di edilizia popolare, perché comunque rappresenta una situazione differente.
L’edilizia popolare porta alla costruzione di quelle che comunemente vengono chiamate case popolari.
Inoltre non necessariamente queste ultime tengono conto dei concetti di sostenibilità.
Bisogna anche considerare che ci sono delle differenze anche per quanto riguarda i requisiti di accesso, visto che le case popolari, a differenza di quanto avviene con gli alloggi sociali (avremo modo di parlarne nell’esaminare i requisiti fondamentali per accedervi), sono rivolte a quelle fasce di popolazione che hanno un reddito quasi nullo.
Come funzionano gli alloggi sociali
Vediamo nello specifico come funziona l’housing sociale.
In parte abbiamo già delineato un quadro delle caratteristiche generali, definendo quali sono alcuni importanti aspetti, quali per esempio l’attenzione alla sostenibilità, all’efficienza energetica, all’uso delle fonti energetiche alternative.
E poi lo abbiamo fatto, quando abbiamo parlato di condivisione degli spazi volti all’integrazione.
Gli appartamenti destinati come alloggi sociali vengono affittati a quelle persone che si trovano in particolare svantaggio con delle agevolazioni, manifestando comunque una certa attenzione alla progettazione di edifici che devono corrispondere ai principi fondamentali della bioarchitettura e facendo attenzione alle forme di collettività, che devono essere favorite, oltre che con gli spazi condivisi, anche con delle aree verdi, che possono dare valore in termini di riqualificazione anche al quartiere in cui questi alloggi sono collocati.
Requisiti
Ma riprendiamo il discorso che abbiamo già fatto prima, stabilendo la differenza fra case popolari e alloggi sociali.
Per poter accedere a queste forme di affitto ci sono comunque dei requisiti importanti da possedere a livello economico per quanto riguarda il reddito.
Abbiamo già sottolineato che anche in questo senso gli alloggi sociali si differenziano dalle case popolari.
Queste ultime, infatti, come abbiamo detto, vengono destinate a famiglie che hanno un reddito quasi nullo.
Invece la formula degli alloggi sociali si riferisce a nuclei familiari che hanno un ISEE superiore ai 15.000 euro all’anno, ma che comunque non appare troppo elevato per rivolgersi alle altre soluzioni previste dal “tradizionale” mercato immobiliare.
Sarebbe impossibile definire una soglia massima di reddito, proprio per l’estrema variabilità delle condizioni del mercato.
In generale possiamo dire che in media la soglia massima di reddito per gli alloggi sociali si colloca tra i 25.000 e i 30.000 euro all’anno.
Gli alloggi sociali possono essere destinati, oltre che alla locazione, anche all’acquisto.
Di solito il periodo di locazione tende ad essere molto lungo, visto che i contratti di affitto standard che si fanno sono quelli 4+4.
È possibile usufruire anche della formula di affitto con riscatto.
Ma veniamo più dettagliatamente ai costi, infatti può sorgere la domanda relativa a quanto costi affittare un alloggio sociale.
Facciamo un esempio molto indicativo in questo senso, per renderci conto concretamente di che cosa stiamo parlando.
Per esempio per affittare un bilocale da 70 metri quadrati, che sia costruito ex novo e realizzato secondo i principi dell’efficienza energetica e della bioarchitettura, il costo del canone di locazione può essere dai 250 euro ai 500 euro al mese, variabili in base all’ubicazione dell’appartamento.
Abbiamo parlato in generale del concetto importante di compartecipazione sociale, che vale anche per questo tipo di alloggi.
Da questo punto di vista chi vuole sperimentare questo senso di responsabilità civile dando il proprio contributo può rivolgersi a start up innovative come Homes4All. Homes4All offre agli investitori privati l’opportunità di investire nel settore immobiliare avendo come fine ultimo la valorizzazione del territorio.
I fondi che vengono raccolti online sono messi a disposizione di quei nuclei familiari che si trovano in una situazione di emergenza abitativa.
Scopri come investire facendo riferimento al sito di Homes4All.
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l’emergenza abitativa si rafforza in una partnership d’eccellenza con ESTIA, società per azioni di Amministrazione Condominiale che opera in Italia con principi virtuosi di trasparenza e qualità.
HOMES4ALL ha ottenuto la Certificazione BCorp come misura dell’impatto generato entrando quindi all’interno di un vasto network internazionale di realtà impegnate a promulgare un paradigma di business in cui gli obiettivi economici vanno di pari passo con gli obiettivi di responsabilità ambientale e sociale.
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