Scopri Barriera di Milano
La Barriera nasce nel 1853, con la prima cinta daziaria creata per effettuare il controllo doganale sulle merci in entrata, separava le campagne dall’accesso nord, che proseguiva fino al ponte sul fiume Dora (quartiere Aurora) questo in quanto il pagamento del dazio, era la fonte considerata necessaria al gettito fiscale della città di Torino .Il quartiere prende il nome da uno dei varchi che consentivano l’ingresso in città: questi varchi, detti barriere, assicuravano il pagamento del dazio, e fra tutti la barriera più nota a nord era quella di piazza Crispi, lungo l’allora strada Reale d’Italia (oggi corso Vercelli), chiamata – appunto – di Milano, giacché era rivolta verso il capoluogo lombardo. Esternamente alla cinta, le case costavano meno e quindi operai e lavoratori, tirarono su case di due piani nel tempo libero. SuccessiIn Barriera di Milano, accanto alle grandi fabbriche tessili vamente sorsero le prime case a più piani, con i ballatoi.
In Barriera di Milano, accanto alle grandi fabbriche tessili Sorsero importanti industrie metalmeccaniche la Fiat Grandi Motori la fabbrica considerata il cuore pulsante del quartiere.
Tutto questo ebbe naturalmente un enorme impatto urbanistico, che mutò completamente il volto del quartiere. In pochi anni da un territorio urbano completamente agricolo, si è passati ad isolati completamente formati da industrie, da laboratori, alternato da edifici abitativi e da un tessuto urbano in crescita che ne modificò l’assetto demografico ed urbanistico.
Il nascere di queste nuove realtà industriali, portò barriera di Milano quindi a importanti cambiamenti dal punto di vista demografico ed urbanistico.
Furono così molte le famiglie di lavoratori che si trasferirono dalle “sovraffollate e insalubri abitazioni del centro storico o dei vecchi quartieri artigiani” alle barriere, attratti da consistenti vantaggi come il minor costo degli affitti e dei generi alimentari (non soggetti a dazio), le migliori condizioni abitative delle case e la vicinanza al posto di lavoro.
Oggi barriera è forse il più contradditorio dei quartieri di Torino in quanto ha subito il rallentamento del mercato immobiliare e la paralisi dei processi di trasformazione urbana. Al tempo stesso è diventato il quartiere di una Torino multietnica, grazie all’accessibilità dei prezzi e alla qualità dei servizi o ad iniziative innovative quali il Museo di arte contemporanea Ettore Fico o l’incubatore di impresa sociale all’ec INCET affiancandosi a precedenti esperienze undreground come i Docks Dora. Il completamento della Spina Centrale e la linea 2 della Metro andranno ad incrementare la spinta che farà di Barriera un nuovo posto dove abitare.